“Il ritmo e la modalità d’uso (estremo) ricordano in parte James Crumley e James Ellroy. C’è qualcosa di sincopato anche nella desolazione, di musicale. Il sogno ultimo è un blues che diventa swing grazie alla velocità dolente e pirotecnica di Andrea Bruschi che forse, come il suo protagonista, odia gli uomini che piangono”.
Andrea G. Pinketts
Daniel, giovane dj californiano, in breve tempo vede la propria esistenza rinascere e poi ricadere in un baratro di disperazione e brutalità. Trovatosi invischiato suo malgrado in un traffico di stupefacenti, riesce a uscirne denunciando tutto alla polizia, ma innesca una rabbiosa catena di vendette. Il sogno ultimo è quello di allontanarsi da una famiglia corrosa dalla povertà e dall’alcool; di trovare, finalmente, una ragione per vivere; di tornare, di nuovo, a credere nei sentimenti; di riuscire a lasciarsi andare alle occasioni, di crederci ancora.
Il sogno ultimo sono gli amici più fidati, Rebecca, George e Peter. Il sogno ultimo è Sarah. Vicenda di droga, di follia, di violenza, è vero, ma anche d’amore, di lealtà, di fiducia: l’autore colpisce forte, colpisce al cuore; va a scuotere le paure sopite, gli istinti, i ricordi; li risveglia dallo stordimento e restituisce loro vigore. In fondo, dice Daniel, “c’è più di un modo per amare una donna”: Andrea Bruschi ce li mostra, sta a noi saperli cogliere.